Gli studenti corrono, i dirigenti rincorrono: serve un benchmark sull'AI a scuola

Il gap tra studenti e dirigenti: una sfida reale

"I miei studenti ne sanno più di noi sull'AI, da dove partiamo?". Me lo ha detto, senza ironia, un dirigente scolastico poco tempo fa.

È una frase che riassume bene il momento che stanno vivendo molte scuole italiane: studenti che sperimentano ogni giorno strumenti di AI generativa, docenti che cercano di capire come usarli (e come limitarli), dirigenti stretti tra norme, PNRR, privacy, infrastruttura tecnologica e la sensazione che "qualcosa vada fatto", ma senza una bussola chiara.

La domanda di fondo, infatti, non è "quale tool AI adottiamo?", ma: da dove partiamo, davvero?

Con che connettività?
Con quali competenze nel personale?
Con quali infrastrutture?
Con quali policy su sicurezza e privacy?
E, soprattutto, con quale visione strategica di scuola digitale vogliamo lavorare?

Il Benchmark AI per scuole: misurare prima di agire

È da qui che nasce l'idea del Benchmark AI per scuole che ho progettato con Castaldo Solutions: uno strumento gratuito, riservato, che in circa dieci minuti permette a dirigenti e coordinatori di avere una fotografia oggettiva dello stato digitale dell'istituto.

Non è un sondaggio d'opinione, ma una griglia di valutazione strutturata su sei dimensioni chiave:

Connettività e infrastrutture
Competenze del personale
Didattica innovativa
Amministrazione digitale
Sicurezza e privacy
Visione strategica e governance

Cosa ottieni dal benchmark

Al termine del questionario, la scuola non riceve un "voto" astratto, ma un confronto nazionale con i dati dell'Osservatorio Scuola Digitale 2024, per capire se è avanti, allineata o in ritardo rispetto alla media del sistema.

E soprattutto ottiene un report operativo in PDF:

Punteggio complessivo
Punti di forza
Aree critiche
Primo piano d'azione con priorità chiare: formazione mirata, investimenti infrastrutturali, aggiornamento di policy e regolamenti

Tre vantaggi concreti per i dirigenti scolastici

1. Decisioni informate sugli investimenti

Invece di distribuire fondi PNRR o budget residuali "a sensazione", si può vedere dove l'intervento è più urgente: banda, device, piattaforme, formazione del personale, strumenti per l'amministrazione digitale.

2. Percorsi formativi mirati, non "a pioggia"

Se la fotografia mostra che il vero collo di bottiglia non è la connessione ma, per esempio, la capacità dei docenti di integrare l'AI nella didattica, allora ha senso concentrare sforzi lì, evitando corsi generici che non cambiano le pratiche in aula.

3. Tracciabilità dei progressi nel tempo

Ripetendo il benchmark periodicamente, la scuola può dimostrare a collegio, famiglie e territorio che i passi avanti non sono solo slogan: si vedono nei numeri e negli impatti sulla qualità del servizio.

AI dove ha senso, non AI ovunque

L'idea è proprio questa: prima misuri lo stato digitale, poi porti l'AI dove ha senso. Non l'AI ovunque, subito, ma l'AI dove crea valore:

Nella didattica: personalizzazione, inclusione, supporto ai BES
Nell'amministrazione: riduzione dei carichi ripetitivi, qualità dei servizi alle famiglie
Nella comunicazione: gestione dati conforme a GDPR e linee guida ministeriali

Dal benchmark al piano d'azione

In un contesto dove gli studenti spesso "corrono" e gli adulti temono di non tenere il passo, il benchmark non è l'ennesimo adempimento, ma un modo per rimettere ordine: capire dove si è, scegliere dove andare, costruire un percorso realistico.

Perché portare l'AI a scuola in modo serio non significa scegliere il tool del momento, ma avere il coraggio di fare una cosa molto semplice e molto adulta: guardarsi allo specchio, misurarsi e poi decidere, con metodo, qual è il prossimo passo giusto per quella scuola, in quel territorio, con quelle persone.

Prova il benchmark gratuito: School AI Assessment

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